Bilancio sociale o Bilancio di sostenibilità?

Spesso capita di usare in maniera impropria le due definizioni, in realtà si tratta di due strumenti diversi che assolvono a esigenze similari. Cerchiamo di fare chiarezza.

Il decreto legislativo 3 luglio 2017, e successive modifiche, ha introdotto in Italia l’obbligo per gli enti di terzo settore (ETS) di pubblicare il Bilancio sociale, definito come un documento che descrive le attività svolte dall’organizzazione, il loro impatto sulla comunità e sul territorio, nonché le azioni intraprese per garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Il bilancio sociale degli ETS, quindi, si basa sulla rendicontazione di informazioni non finanziarie e rappresenta uno strumento per valutare l’impatto sociale e ambientale dell’organizzazione.

Il Bilancio di sostenibilità, invece, rappresenta uno strumento più ampio per la rendicontazione dell’impatto sociale e ambientale dell’organizzazione. La metodologia degli Standards del Global Reporting Initiative (GRI), quella maggiormente utilizzata e apprezzata, prevede la raccolta e la pubblicazione di informazioni sulla sostenibilità dell’organizzazione in base a un set di indicatori definiti. GRI è un’organizzazione internazionale che promuove la rendicontazione della sostenibilità delle imprese e dei governi.

Il bilancio di sostenibilità basato sugli Standard GRI include informazioni sulla governance dell’organizzazione, l’etica e l’integrità, i diritti umani e sociali, l’impatto ambientale, la responsabilità economica e la gestione dei fornitori. L’obiettivo del bilancio di sostenibilità è di fornire una valutazione completa e trasparente dell’impatto dell’organizzazione sulla società e sull’ambiente.

Va sottolineato che mentre il bilancio sociale per gli ETS è obbligatorio in Italia, la pubblicazione del bilancio di sostenibilità basato sugli Standard GRI è volontaria.

Per quanto riguarda le aziende quotate in borsa, l’obbligo di redigere una Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) è stato introdotto dalla legge n. 254 del 30 dicembre 2016, che ha recepito la Direttiva europea 2014/95/UE. La DNF è un documento che fornisce informazioni sulla gestione dei fattori ambientali, sociali e di governance, nonché sui rischi e sulle opportunità che l’azienda affronta in relazione a tali fattori. La DNF è obbligatoria per le grandi imprese che soddisfano determinati criteri, come la presenza di più di 500 dipendenti.

In sintesi, il bilancio sociale degli ETS si concentra sull’impatto delle attività dell’organizzazione sulla comunità e sul territorio, con un’attenzione particolare alla sostenibilità dell’organizzazione stessa. Il bilancio di sostenibilità basato sugli Standards GRI si concentra sull’impatto dell’organizzazione sulla società e sull’ambiente in modo più ampio, fornendo informazioni dettagliate su diversi aspetti della sostenibilità dell’organizzazione ed è anche uno strumento di miglioramento organizzativo oltre che di strategia che mira a sviluppare un Piano industriale di sostenibilità dell’organizzazione.

La DNF è invece un documento obbligatorio per le grandi imprese quotate in borsa che fornisce informazioni sulla gestione dei fattori ambientali, sociali e di governance. Ma prossimamente questi parametri verranno modificati e molte più aziende europee saranno soggette all’obbligo di rendicontare i propri impatti sociali, ambientali oltre che di governance e quindi economici: dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore l’obbligo europeo, indipendentemente dal fatto di essere quotate in borsa, per tutte le aziende con più di 250 dipendenti e/o un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e/o un bilancio annuo superiore ai 43 milioni. Ma di questi aspetti ne parliamo in un altro articolo in maniera dettagliata.

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