Parità di genere: l’Italia scende ancora nel Global Gender Gap Report 2024Pratiche commerciali scorrette

Il World Economic Forum ha rilasciato il Global Gender Gap Report 2024, evidenziando un preoccupante regresso dell’Italia sulla questione della parità di genere.

A livello mondiale, il divario di genere si è ridotto solo dello 0,1% nell’ultimo anno, e si stima che ci vorranno ancora 134 anni per raggiungere una piena parità. Secondo le previsioni del World Economic Forum, chi legge il Global Gender Gap Report 2024 oggi probabilmente non vedrà mai il traguardo della parità di genere globale. Il rapporto, giunto alla sua diciottesima edizione, fissa infatti al 2158 l’anno in cui si prevede di raggiungere questo obiettivo, un ritardo di tre anni rispetto alle stime del 2023. Questo segna un evidente passo indietro a livello globale e purtroppo anche l’Italia rispecchia questa tendenza negativa.

Il primo posto tra i 146 Paesi in classifica è ancora occupato dall’Islanda, che ha colmato il 93.5% del divario di genere e guida il Global Gender Gap Report da oltre dieci anni, essendo attualmente l’unica nazione ad aver superato il 90%. L’Europa si conferma come l’area geografica con i maggiori progressi in tema di parità di genere, con sette paesi nella top 10. Le uniche tre economie non europee nelle prime dieci posizioni sono la Nuova Zelanda (quarta), il Nicaragua (sesto) e la Namibia (ottava).

Le ultime posizioni, con punteggi appena superiori al 50%, sono occupate da Iran, Ciad, Pakistan e Sudan, che, con il 56.8% del gender gap colmato, chiude la classifica globale. 

L’Italia è passata dal 63° posto del 2022, al 79° posto nel 2023 all’87° nel 2024 con un punteggio del 70%. 

Gli Stati Europei, come menzionato, occupano le posizioni più alte della classifica sulla parità di genere. Considerando le nazioni più popolose, troviamo la Germania al settimo posto, la Spagna al decimo, il Regno Unito al quattordicesimo e la Francia al ventiduesimo. L’Italia, invece, si colloca all’ottantasettesimo posto, un risultato che sottolinea il problema storico e culturale che il nostro Paese ha con la parità di genere e che, evidentemente, non riesce a risolvere, anzi peggiora.

L’Italia è un caso unico nell’Unione Europea sotto questo aspetto: è tra i Paesi più importanti e primeggia in diverse classifiche, ma è ultima su 27 per il dato dell’occupazione femminile, con solo una donna su due che lavora. Inoltre, le donne in Italia raramente occupano posizioni di vertice.

Emerge un quadro preoccupante per quanto riguarda la partecipazione economica e le opportunità. Il gap da colmare in Italia in questo ambito è ancora del 40%, con tutti gli indicatori dell’area che vedono il Paese oltre il novantesimo posto nel mondo, e in un caso addirittura oltre la top 100. L’Italia è al 96esimo posto per tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro, al 95esimo per parità salariale, e addirittura al 102esimo per la presenza di donne tra dirigenti, alti funzionari e legislatori.

Questi dati evidenziano la necessità di un impegno maggiore e di politiche mirate per migliorare la situazione della parità di genere in Italia, non solo per avanzare nella classifica globale, ma per garantire un futuro più equo e prospero per tutte le donne italiane.